mercoledì 1 dicembre 2010

Il Gruppo Salìngaros al Convegno “Ritorno alla città”

di Stefano Serafini*
Con largo anticipo – era il 1976 – Jean Baudrillard previde la nascita della Green Economy e smascherò la sottostruttura finanziaria della “sostenibilità”. Ciò non impedì lo spettacolo, e oggi in Architettura ammiriamo falansteri “capolavori urbanistici”, grattacieli “ecologici”, accessori tecnologico-industriali “sostenibili”, devastazioni territoriali “a misura d’uomo”.
La proposta dal Gruppo Salìngaros nasce dalla constatazione che la transizione che stiamo vivendo, di cui la crisi economica, dell’acqua, e del petrolio, è solo un assaggio, spazzerà via il teatro dei doppi vetri industriali e delle auto elettriche. Occorre perciò andare a monte, a una sostenibilità strutturale: immaginale, psichica, etica, sociale, economica, politica. Occorre recuperare, momento per momento, l’ordine di natura che precede e quindi determina il benessere dell’ecosistema. Un ordine che viene identificato innanzitutto dal benessere integrale della persona umana, senza distinzioni di classe o cultura e senza artificiose derive consumistiche che gerarchizzino l’accesso alla vita.
Nikos A. Salingaros.
Intervento al convegno "Ritorno alla Città", Roma 01.12.2010.

Per ottenere tale misura non si può usare il dogma di scuola, l’ideologizzazione estetica, interna a una visione antropologica seicentesca ormai vistosamente fallita. Occorre un nuovo metodo scientifico, cioè aperto e verificabile, che ad es. preveda la partecipazione degli abitanti alla progettazione (P2P Urbanism), con particolare riferimento alle reazioni dei sistemi neurofisiologici (Biofilia). Ci riferiamo a nuovi paradigmi epistemologici che superano il concetto ingenuo di oggettività lineare, dal quale deriva una progettazione disastrosa per la vita, con una logica “ad albero” dall’alto verso il basso. E ci riferiamo alla straordinaria complessità urbana che può essere validamente affrontata imparando dal ritorno delle leggi della forma in Fisica, Chimica, Biologia, Informatica, ecc., facendo collaborare gli architetti e gli urbanisti con specialisti di frontiera di altre discipline, come già avviene nella Biourbanistica.
Gli studi sulla sociogeometria urbana di Nikos Salìngaros sono certamente all’avanguardia in tal senso, come peraltro sono strumenti indispensabili la morfometria urbana di Sergio Porta, le analisi urbanistiche post-petrolio di Gabriele Tagliaventi e Alessandro Bucci, il recupero del senso isomorfico delle tecniche tradizionali di Ettore Mazzola, ecc. Ma è chiaro che la forza di tali idee poggia sul cambiamento di una mentalità complessiva.

"Ritorno alla Città", Roma 01.12.2010

L'incontro “Ritorno alla città” (Roma, 1-2 dicembre 2010), voluto dal comune di Roma per discutere delle periferie, ha luogo paradossalmente presso un edificio che è la contraddizione costruita dell'approccio necessario a sanare il dramma sociale ed ecologico delle periferie, cioè la milionaria Teca dell'Ara Pacis di Meier, da noi più volte contestata, eretta sull’ormai perduto Porto di Ripetta. Per fortuna, almeno, non ospita questa volta costose archistar la cui presenza costituiva il vertice della contraddizione, una autentica beffa per gli abitanti degli slab della Capitale e d'Italia. Dopo due anni di opposizione innovativa e multidisciplinare al modello antropologico – e poi sociale, economico, politico – che ha generato un'urbanistica distruttiva delle relazioni sociali e della qualità della vita, il Gruppo Salìngaros è presente con la pia speranza che possano essere ascoltate le proposte di un’architettura umile, funzionale, vincente: quella della vita. Siamo però al convegno anche perché le nostre idee stano avendo risonanza, e c’è chi nel mondo degli affari se ne appropria in modo opportunistico, banalizzandole.


"Ritorno alla Città", Roma 01.12.2010
Abbiamo dedicato molti sforzi per riportare l'urbanistica al centro di un'attenzione culturale critica, strappandola ai dibattiti per specialisti, e siamo fieri di continuare la nostra battaglia per svelare il valore politico dello spazio e della sua gestione; della fondazione di un nuovo criterio architettonico; della partecipazione nell’organizzare lo spazio civico; di una visione scientifica dei bisogni di connessione degli esseri umani.

* direttore del Gruppo Salìngaros

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