venerdì 1 aprile 2011

La geometria contro gli ecomostri

di Nikos A. Salìngaros

La nostra civiltà tecnicamente avanzata ha il dovere morale di costruire un ambiente che agevola la vita umana, e, allo stesso tempo, di proibire costruzioni inumane erette a gloria di qualche ideologia, come furono le piramidi della casta religiosa legata al Faraone. Ebbene, anche presso di noi sono state elevate piramidi: non tombe reali, ma appartamenti per la classe operaia e disoccupata. Nessun borghese sognerà mai, se non in un incubo terrificante, di andare ad abitare in simili prigioni architettoniche, ma l’elite architettonica e politica ha trovato le cavie da chiudervi dentro. Negli anni ’60 le critiche contro questo autentico crimine sociale erano poche; difatti le facoltà d’architettura e i critici con la pipa in bocca li difendevano. Ma oggi sappiamo, grazie ad ampi studi scientifici, che la vita, negli ecomostri, viene distrutta dalla stessa loro geometria. È dunque tempo di rivedere totalmente il concetto di cosa sia la geometria edilizia di un ambiente sano. Oggi sappiamo come costruire ambienti urbani e architettonici sani. Con sorpresa degli accademici irrigiditi nelle vecchie formule, elementi architettonici e urbanistici necessari per la salute fisica e mentale degli abitanti si ritrovano nei prototipi tradizionali e vernacolari. Eppure, nonostante le verifiche sperimentali, l’elite questo messaggio non lo vuole proprio sentire. E purtroppo c’è ancora diversa gente che pende dalle labbra di una cricca di politici e di presunti “esperti”, e ne segue ciecamente il diktat, condito di promesse di sviluppo e progresso attraverso la costruzione di spaventevoli e lucidi ecomostri.